venerdì 28 maggio 2010

Crederci Sempre, Arrendersi Mai


Le lezioni di Inglese al Mercante in Fiera proseguono.

Mi sono arrabbiato però ieri sera perché non sapeva ancora i numeri.

Già mi sembra assurdo che arrivato ai 29 anni tu sappia arrivare solamente fino al 4, ma passi, non tutti possono essere fortunati ed aver studiato. Anche se, santo cielo, i numeri li senti e li leggi in giro, ovunque. Ma nulla, non li sai ancora.

Facciamo quindi un ripasso generale dei numeri.

Glieli faccio ripetere una decina di volte, per cercare di memorizzarli. Fino al 19, mica al 1000.

Gli sottolineo il fatto che, per assonanza, dal three si crea il thirteen, dal four il fourteen ecc.

Glieli chiedo quindi a random.

CM: "Tredici?"

MF: "Thirteen"

CM: "Bravo, sedici?"

MF: "Sixteen"

CM: "Bene, Dieci"

MF: "Uaintiin"

CM: "???:::...:::???"

CM: "Come, scusa?"

MF: "Uaintiin"

CM: "E' sbagliato, tanto anche. Ma mi hai fatto veramente ridere che evito di arrabbiarmi!

Malanni di Stagione



Questa scenetta è successa in realtà settimana scorsa, ma non ho poi più avuto tempo di finire di scrivere e quindi è rimasta come bozza. Ma non posso tenerla per me, devo per forza tramandarla ai posteri.
Entra un cliente caso umano di cui non ho mai parlato, Il Pentacolo, più che altro perché era da parecchio tempo -per fortuna- che non si faceva vedere.
Un omone alto, sui 50 anni, uno zio Fester gigante, che parla lento lento ed è appassionato dell'occulto, magia, visioni, fantasmi, fatture, malocchi et similia.
Insomma, in poche parole, ne ho timore.
Ha una sua routine: prima scambio di battute, se non ci sono altri clienti per fortuna, riguardo magia nera, fantasmi e compagnia bella, poi compra prima delle buste (e ogni volta di colore o dimensione diversa) paga e sembra che se ne vada quando poi ritorna al bancone e chiede un pennarello (ogni volta) per scrivere sulle buste; scrive poi sulle buste appoggiato sul bancone, nascondendosi per non farmi vedere a chi stia scrivendo, paga di nuovo e se ne va.
Ma oggi, mentre scriveva l'indirizzo sulla busta, si blocca: gli occhi sbarrati, diventa paonazzo!
Passano quei 3-4 secondi, tempo in cui penso che l'essere che è dentro di lui esca e prenda possesso del mio corpo, e inizia a tossire in modo schifoso.
Meno male. Sta solo male.
Speriamo non crepi qui, che poi mi tocca chiamare pure l'ambulanza.
Passato l'attacco di tosse canina mi confessa da dove venga la sua malattia:
P: "Non vada su sul Monte" (una collina appena fuori città, ndr.)
CM: "Ah, no? Perché?"
P: "Io sono andato ieri a fare una passeggiata, ma arrivato in cima ho sentito una puzza di zolfo fortissimo"
Ecco, ora mi racconterà che ha visto sbucare il diavolo da una caverna.
Che palle, speriamo entri qualcuno che poi io mi faccio suggestionare e sta notte non dormo pensando a ste cose.
P: "Sa cos'era, sa cos'era?"
Mi ripete con enfasi.
CM: "No che non lo so, cos'era?"
E non vorrei nemmeno saperlo
P: "La nube del Vulcano!" 
Ossignoremiosantissimo, peggio che se avesse visto il diavolo!
P: "Mi ha intossicato, sente?"
E tossisce
P: "Mi raccomando, non ci vada! Facevo fatica a respirare. E senta, senta, non sto ancora bene!"
E tossisce di nuovo
CM: "Mamma mia, sta ancora male davvero!"
Dopo una seconda tornata di tosse canina prende la via della porta e se ne va.
Che tu non stia bene l'avevo capito da tempo, comunque.

Non Accettare le Caramelle dagli Sconosciuti



Ma i clienti che vengono in negozio possono essere considerati "sconosciuti"?

Eh sì, da un paio di settimane sembra mi vedano deperito tipo naufrago dell'Isola dei Famosi visto che ho raccolto quasi un sacchetto di caramelle!


Ok, ho esagerato con la quantità, ma 5 caramelle da 5 persone diverse sono comunque tante.


E no, non sono affatto deperito, anzi. Quindi oltretutto le caramelle non le mangio.


Non so, mi è sembrata una cosa strana, anche perché non sono i clienti habituè diventati ormai amici, tipo il Mercante in Fiera o la Studentessa, ma clienti normali.


Arrivano, comprano, pagano, due chiacchiere e poi la fatidica domanda "Vuole una Caramella?"


E io che non ne ho voglia ringrazio, ossequio, cerco di fare resistenza, tiro fuori scuse che forse risultano non credibili "Ho appena bevuto un caffè, grazie" "Ma, no, grazie, è quasi ora di mangiare" "No, ma guardi, le ho qui anche io" e poi accetto con gratitudine la caramella che poggio nel cassetto dicendo che la mangerò poi.

sabato 22 maggio 2010

Orgoglio



Per la serie "mi metto sulla porta a guardare il treno che passa come fanno le mucche", quando passa il fratellino di Bic Blu.

La famiglia di Bic Blu proviene dal Pakistan: Mamma, Papà e tre fratellini, due maschi più grandi ed una piccola bambina.


Si capisce che sono arrivati da poco in Italia perché non parlano molto bene la lingua.

Il più grande dei fratelli, che va alle medie, sa solo dire Bic Blu e nulla più.


Il mediano invece è quello che parla meglio e sembra anche il più intelligente.


FBB: "Sai che oggi ho preso 10!"


CM: "Che bravo! Sono proprio contento"


FBB: "L'ho preso sul quaderno che mi hai dato tu!"


CM: "Eh, beh, merito di quello! Bravo!"


Mi ha fatto tanto piacere e tanta tenerezza!

venerdì 21 maggio 2010

Amplifon



Oggi è una giornata moooolto calma e tranquilla.

Fa caldo, non piove più, e la gente si è volatilizzata e non passa nemmeno in negozio per chiedermi le previsioni del tempo per il week end.


Una noia.

Ma ecco che entra la Vecchia per antonomasia.

Che noia.

Ci sono tanti clienti vecchi che entrano qui dentro, la maggior parte normali; ma questa è la tipica vecchia lagnosa che ha da dire su tutto e su tutti.

Del tipo, so il numero esatto di piastrine che possiede nel suo corpo (155, ndr).

Ogni quanto va a farsi sistemare l'apparecchio dell'udito (appena successo).

Quante volte a settimana la donna va a farle le pulizie (due).

E tante altre notizie di pubblica utilità senza le quali non riuscirei a vivere.

VxA "Ecco adesso vado a casa, mi metto in libertà (sic!), e aspetto di sentire un pò di musica sulla uno"

Ho dedotto stasera ci sia quel simpatico programma di Pupo con i video dei cantanti vintage tipo Orietta Berti, Mal o Albano e Romina che manco se li girassi io con il mio cellulare sarebbero così brutti.

CM "Bene, bene, buona visione allora"

Lo so, sono stato scortese e la mia risposta conteneva un leggero sarcasmo acido.

VxA "Ma lei (io, ndr) capisce bene cosa dicono?"

CM "Ma chi?"

VxA "Alla tele!"

CM "Beh, di solito sì"

VxA "Io no! Ieri sera c'era la Donna Detettiv (Donna Detective, ndr) e né io né la mia amica abbiamo capito niente. Parlano sottovoce. Lei l'ha sentita bene?"

CM "Guardi, io ieri sera non ero a casa, quindi non le saprei dire"

E se anche fossi rimasto a casa penso avrei comunque perso questo capolavoro di ficsion con Luca Ward e la riccia che ha il cognome doppio e lungo, ma che ora mentre scrivo non mi viene chi è che è...comunque, quella lì, ci siamo capiti, la figlia di quell'altra pazza là.

Anche perché, che ve lo dico a fare, ero fuori con il Mercante in Fiera!

Ovvio, e con chi sennò?

Ad assistere ad una compravendita di una moto in un paesotto qui vicino.

Che detta così sembra abbia passato una serata normale.

Sì, come no...

mercoledì 19 maggio 2010

Gran Premio della Cartoleria



Ed ecco che i concorrenti sono all'ultimo giro. 

La Dama Rossa sta conducendo la gara, ma deve stare attenta agli attacchi del Cavaliere Nero.


Eccoli alla variante.


Il distacco è sceso a 1 secondo e mezzo.


Manca poco al traguardo.


La Dama Rossa sembra avere problemi alle gomme, mentre il Cavaliere Nero sta facendo segnare un giro veloce dopo l'altro.


Sono alla chicane che precede il rettilineo del traguardo: ma la Dama Rossa sbaglia l'ingresso e perde terreno prezioso; oramai il Cavaliere Nero è alle sue spalle.


Percorrono l'ultimo rettilineo, il Cavaliere Nero sta sfruttando la scia della Dama Rossa.


Ecco, siamo quasi sul traguardo, ma il Cavaliere Nero tenta comunque il sorpasso.


Sono appaiati, l'uno affianco all'altro!


Bang!


Sportellata del Cavaliere Nero verso la Dama Rossa, che si scompone e perde velocità!


Proprio sotto la bandiera a scacchi è il Cavaliere Nero a trionfare nella prima edizione del Gran Premio della Cartoleria!


I piloti si stringono la mano.


Il Cavaliere Nero tenta di scusarsi per il gesto non proprio corretto nei confronti della Dama Rossa, ma lei è superiore e nemmeno gli rivolge lo sguardo."


Tradotto, una signora è entrata prima di un signore, ma lui proprio prima del bancone le ha dato una "spallata" e le è passato davanti sotto i miei occhi sconvolti che non sapevano che fare fino a quando non hanno notato la faccia schifata della signora che ha permesso al signore di fare per primo la tanto agognata fotocopia.

L'Outing del Cartolaio



Non sono perfetto, che vi credevate, anche io ho dei lati oscuri, in particolare una mania che mi assale è l'ordine compulsivo.

Odio il disordine.


Proprio mi infastidisce, tutto deve essere perfettamente e precisamente allineato.


Ma non come capita.


No.


Se ci sono di mezzo i colori? Dal nero al bianco, passando per blu-viola-rosso-giallo ecc.


Se invece è possibile dare un ordine alfabetico alle cose, questo prevale su quello cromatico e quindi si andrà dalla A alla Z.


Se sulle confezioni ci sono solo i numeri di catalogo sarà mia premura disporli dal più piccolo al più grande.


Insomma, sono fuori come un balcone pure io. Anche perché faccio le stesse cose a casa.


Figuriamoci quindi come posso diventare a contatto con gente che non è proprio ordinatissima.


Eh sì, sono alcuni giorni che mi ritrovo in situazioni particolari con il Mercante in Fiera che è un tipico esempio di persona non ordinata oltre che mentalmente, anche fisicamente.


Già la birretta del venerdì sera era stata un'uscita particolare.


La pizza di domenica invece si è trasformata in una grigliata a casa del di lui fratello. Per la privacy non dirò altro, ma ad un certo punto della serata sembrava di stare in una puntata di un programma a casa in stile Carrà - De Filippi.


Lunedì mattina è passato tutto sommato in modo tranquillo, rispetto al resto, a fare il bucato in lavanderie a gettone tra un grossista e l'altro.


Ieri sera sono ritornato a casa sua. In cui non era cambiato nulla, i miei punti di riferimento erano saldamente al loro posto: la maglietta a righe sulla sedia, quella grigia appallottolata sul divano, vicino agli strofinacci puliti, la bottiglia di olio vicino al gas e un sacchetto di plastica in mezzo al tavolo.


Per non farci mancare niente ora gli insegno l'inglese. Da zero. Nel senso che arriva al numero 4 da solo, più in là non va.


Ho capito però che sarà una missione impossibile quando ha scritto Grey = Griggio.


C'è da lavorare sodo qui...

sabato 15 maggio 2010

Promemoria



Promemoria per ricordarti cosa hai fatto ieri sera:

Sei uscito con uno dei tuoi clienti, l'appena conosciuto Mercante in Fiera.

Hai accompagnato a casa in macchina una sua barboncina russa, tal Irina.

Durante il tragitto era seduto davanti, ma girato costantemente verso di lei, e le continuava a chiedere cosa le piacesse bere e se bevesse vodka, che però pronunciava "vuod-ckha".

Sei andato nel tuo bar preferito, dove quindi ti conoscono, con questo "pazzo" in cerca di barboncine.

Lui ha fatto leggermente il provolone con la cameriera anni '50.

Certo che iniziare un discorso chiedendole di vedere i suoi tatuaggi...beh, ecco, l'unica cosa banale della serata.

Ha continuato a chiedere alla cameriera di cui sopra dei croccantini (che altro non erano che pop corn) facendoti sprofondare nella sedia mentre cercavi di mimetizzarti con l'arredo.

Era in completo giacca+camicia+cravatta viola dato che tornava dal lavoro.

Sei finito nella sua dimora, che definire trasandata è un complimento.

Si è messo a preparare pasta con patate, zucchine e peperoni all'alba delle 11e45 perché aveva fame.

Sempre indossando giacca+camicia+cravatta viola, che è la mise migliore per cucinare, no?

Lo hai dovuto aiutare dato che era praticamente mezzanotte.

Si è accorto di avere il frigorifero staccato dato che ha una sola presa della corrente e nessuno sdoppiatore...ma tanto non è andato a male nulla...era staccato solo da stamane.

Durante la preparazione del piatto ti ha letto pure le carte.


Ha mangiato davanti a te metà del chilo di pasta che si era preparato.

L'altra metà serviva per oggi da portare al lavoro.

I vestiti sparsi per la casa erano forse il meno.

Quando ha preso in mano un coltello hai avuto timore.

Siete rimasti a parlare fino all'una e mezza.

Ha ragione, comunque, da vendere su tutti i fronti. Ed ha molto intuito. E capisce tante cose. E mi ha dato anche i famosi numeri del lotto. Lunedì li giocherò.

Giusto per ricordarti che, no, non hai sognato nulla di tutto ciò.

Che dovrai scusarti con la cameriera anni '50, magari proprio stasera.

Che avere un'attività a contatto con il pubblico porta anche a questo.

Che spesse volte la tua vita sembra una trama di un telefilm americano, una situation comedy delle migliori.

Ma che se qualcuno il mese scorso te lo avesse predetto, beh, non ci avresti creduto comunque, nonostante altri precedenti particolari.

Però ti è piaciuto.

Peccato che si voglia trasferire.

venerdì 14 maggio 2010

Faxxate



Clientessa: "Buongiorno, Voi fate i fax?"

CM: "Sì, certo"


C: "Ma io non ho il numero!"

CM: "..."


C: "Lo possiamo fare lo stesso?"


CM: "E come facciamo ad azzeccare il numero giusto?"


C: "Ah, allora non si può fare?"


CM: "No, direi proprio di no…

mercoledì 12 maggio 2010

Client's Collection: Kaori Parte 1



Un'altra testa di serie che si gioca il podio fra i casi umani è sicuramente Kaori.

Kaori avrà una quarantina d'anni, capelli neri nerissimi e lunghi lunghissimi, ma ha problemi alla pelle: la sua fronte infatti sembra un formaggio grana perché si gratta e perde pezzi, come il grana che scende dalla grattugia (immagino da domani tutti pastasciutta senza formaggio dopo aver letto questo...mi scuso, ma pensate a me che la vedo dal vivo).

Che schifo.

Kaori ha poi il vizio di pettinarsi i capelli neri nerissimi con le mani facendo uno strano movimento coordinato di testa e fianchi. Molto sensuale.

Che schifo.

Kaori deve sempre fare fotocopie. E fin qui, tutto liscio, a parte il grana.

Eh, magari.

No, lei deve fotocopiare con la fotocopiatrice delle fotografie. Le fotografie dei suoi pargoli. Sì, perché Kaori è dotata anche di compagno (seguirà post su di lui, che se lo merita) e di n pargoli. Io non so quanti siano. Forse 3. Forse 4. 5 mi pare troppo. Ne ho visti un pò (sigh), ma ho perso il conto.

Fotocopiare quindi, su cartoncino che viene meglio, un poco poco più grande del formato originale.

Poco poco.

Ecco, a questo punto la mia espressione si tramuta da gioiosa ad innervosita andante.

Cosa vuol dire un poco poco più grande? Per i miei parametri è un centimetro, massimo due. Per lei? Dipende. Ovvio. Nel senso che se faccio 2 centimetri sono pochi, 5 sono tanti. 3 non è ancora sufficientemente grande, 4 lo è troppo.

E non parliamo della tonalità delle fotografie.

Me la faccia un....poco poco più scura. Ma se gliela si fa scura, poi la bambina ha la faccia arancione e sembra abbia l'ittero. Se gliela si fa chiara, poi la bambina ha la faccia bianca e sembra deperita.

Ora, per immaginare come mi sento quando entra, andate su di un ponte al tramonto, mettete la mano destra sulla tempia destra, la mano sinistra sulla tempia sinistra ed inclinando la testa verso destra ed il corpo verso sinistra emettete dalla bocca ben spalancata il seguente testo: Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh.

Io le ho provato a dire di andare da un fotografo, ma penso che sulle vetrine di tutti quelli della mia città ci sia una di lei foto, barrata, accanto al divieto di introdurre cani e gelati.

Nella prossima puntata Kaori va in città, ovvero come incontrarla pure per strada provando vergogna, pietà e paura allo stesso tempo.

Raccomandazioni



Per piacere, evita di scrivere di casi umani che non si vedono da un pò.

Vedrai che compariranno in men che non si dica.

E sarà sempre un piacere!

Seguirà post sulla persona in questione..

..-..

update: saranno seguiti a ruota da altri piacevoli esseri, tipo il Signore delle Monete, per esempio

martedì 11 maggio 2010

Client's Collection: Il Signore delle Monete


Uno dei miei casi umani preferiti, una delle teste di serie, è Il Signore delle Monete.

Il Signore delle Monete avrà un'età compresa fra i sessanta e i settanta anni, piccoletto, capelli bianchi bianchi, marcato - ma che dico, marcatissimissimo - accento partenopeo e ruminante. Cicche, Brioches, Pane, Cipolla (gnammi!) finiscono nella sua bocca. Non davanti a me, ma quando entra sta ancora ruminando. Di conseguenza ha sempre la giacca spadellata. Di conseguenza non è un bel vedere. E neppure un bel sentire quando nella stagione invernale si riempie di cipolla per non prendere il raffreddore, perché lui ha un manuale della nonna con tutte le erbe per curare tutte le malattie. E per il raffreddore è indicata la cipolla, mannaggia a loro.


Il Signore delle Monete colleziona. 


Cosa? 


Mah, cianfrusaglie. 


Ehm, volevo dire, pregevoli pezzi d'antiquariato. Monete per l'appunto, anche euri esteri (che sono tipicamente pezzi d'antiquariato), assegni anni '70, dischi, giocattoli, soprammobili, penne stilografiche, francobolli, cartoline, e qualunque cosa vi venga in mente che possa essere collezionata state certi che lui la colleziona. E io ne sono al corrente perché passa spesso con i suoi trofei e me li mostra per vantarsene.


L'unica caratteristica che questi pregiati pezzi devono avere è l'essere italici. Non debbono essere fatti quindi in Giappona (Cina, ovviamente. Ma geograficamente parlando per lui quell'area che noi definiamo Sud Est Asiatico è Giappona; Taiwan, Macao, Corea. Per lui è tutto Giappona, come l'URSS di un tempo insomma). Perché a lui le cose Giapponesa non piacciono. E non le vuole.


Il Signore delle Monete è strano (ma va?) e va a periodi. O non lo vedo mai (ehhhhhhh) o passa tutti i giorni della settimana (nooooooooo - come settimana scorsa e pure ieri). L'unica cosa buona è che al momento dell'entrata di un altro cliente lui se ne va (ehhhhhhhhh). L'unica cosa cattiva di settimana scorsa è che c'è stato brutto tempo, quindi meno gente in giro, specie nelle ore in cui passa lui (noooooooo).


Il Signore delle Monete quindi settimana scorsa mi ha dato ripetizioni sul Made in Italì (pronunciato come scritto, con l'accento sulla I), sulle belle cose prodotte un tempo e sulle brutte cose che producono oggigiorno (in Giappona, ovvio). Cura dei particolari, materiali scelti ( Lei li metterepp qui vesctiti fatt'in Giappona? Chissà checc'è mettn dentr - Ok, non conosco il napoletano, ma vi assicuro che lo imito benissimo a voce. Proprio sembro lui. Ma scriverlo è difficile.. "E i scharp?" - e le calzature?) valore e resistenza nel tempo sono cose per lui molto importanti.


Il Signore delle Monete ha anche una lista di pezzi che cerca in modo ossessivo:


- "Lei tiene la monett co'ssu pàppa boitibbah?" (tradotto, Lei possiede la moneta con raffigurata l'immagine di Papa Wojtyla)


- "Ij vat cercante il motellino tella ferrara...ma quell che s'aprah” - mimando l'apertura 

delle portiere con il dito indice ed accompagnando il tutto da un fischio - (tradotto, Io cerco la riproduzione in miniatura di una Ferrari, dotata di portiere e cofani apribili)

- "Ma non tijene le pénné sctilocrafcha che so'ffatt in Itaja? Percché quella Tedescha me l'haddata e pure chella Inglesa” (tradotto, Per caso in negozio ha una penna stilografica prodotta in stabilimenti Italiani? Perché ho già comprato nel suo negozio una penna di questo genere fatta in Germania ed una fatta nel Regno Unito)


Il Signore delle Monete poi ama alcuni luoghi in particolare: il mercatino che fann sott'a portc (Il mercatino dell'antiquariato che si tiene la Domenica sotto ai portici del centro). Lì si può sbizzarrire a reperire cianfrusaglie italiche di una volta, pagandole fior fior di quattrini; la Posta, dove recupera tutti i francobbbolli e le monete (sborsando, seriamente, cifre da capogiro) e i negozi che vendono cose antiche-vecchie. Poi a quanto pare viene in classifica il mio negozio, perché non tengo tanta roba Giapponesa, che non piace neppure a me, ma a volte non essendoci alternative, specie sui giocattoli, si deve per forza prendere quello che c'è.

mercoledì 5 maggio 2010

Piove sul Bagnato




Piove.


A me non interessa. Ho un ombrello.


Ma al restante 99,99% della popolazione interessa.


E' da settimana scorsa che va avanti la pioggia, ed è da settimana scorsa che praticamente ogni benedetto cliente entrante in negozio me lo fa notare. Lo so, me ne sono accorto anche io che piove. Lo vedo. L'altra sera c'erano pure i tuoni. Paura, eh!


E' che non potendo fare niente non perdo tempo a lamentarmi della pioggia. Ho chili di altre cose di cui lamentarmi e per cui brontolare.


E' un continuo di stesse frasi...


"Ma che tempo! Siamo a Maggio! Le sembra Primavera" ogni primavera piove così..quindi sì, mi sembra primavera!


"Quant'acqua!" Meglio! Almeno non vi lamentate della siccità!


"Come Piove, che schifo!" Meglio! Almeno non vi lamentate della siccità! (so ripetere anche io le stesse cose..sono bravo, eh?)


"Ha visto che tempo?" No, mi teletrasporto direttamente a casa e non vedo cosa accade fuori dalla porta.


Eh, aggiungiamoci anche "Piove, Governo Ladro" (che insomma in questo periodo...) e facciamo tombola!


Post scriptum: non sono una stazione meteorologica, non ho visto le previsioni, non so quanto andrà avanti a piovere, non so quando arriverà il caldo. Più che altro evitiamo questi siparietti che non ce la faccio più:


Cliente Qualsiasi: "Ha visto le previsioni? Sa che tempo fa domani?"


CM: "No, mi spiace, non lo so proprio"


CQ: "Piove, le ho viste io! Piove tutta settimana!"


E allora perché me lo chiedi se lo sai? Perché? Speri esca il sole?


Nelle prossime avvincenti puntate: 


(da leggersi in stile trailer cinematografico, con un po' di pathos e pause sulla punteggiatura)


Agosto! Fa caldo!


Ottobre! Piove sul Bagnato 2!


Dicembre! Bianco Natale, la Neve!


Febbraio! Fa Ancora Freddo! Quando arriverà la primavera?